STORIE E RACCONTI DEGLI ULTRAS EMPOLI DAL 1976 AD OGGI

   


PEZZI DELLA NOSTRA STORIA

Memorie e racconti di fatti accaduti e vissuti 
a cura della Vecchia Guardia Empoli 1976

Pagine in continuo aggiornamento


"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla" (G. Garcia Marquez)


28/11/1982 - Empoli - Siena      2-1  (Scontri vecchia maniera) VAI
13/11/1983 - Monza - Empoli    2-1  (Assedio a Fort Apache) VAI
29/04/1984 - Empoli - Pistoiese 1-0 (Assalto alla Curva e carica ai "gialli") VAI
13/02/1985   Empoli - Inter (C. I.) 0-1 (Il vigliacco furto dello striscione Rangers da parte dei Pistoiesi) VAI
21/03/1986 -                                                  (Lo striscione Rangers torna finalmente a casa) VAI
31/08/1986 -                                        (Visita notturna dei bolognesi a Empoli e fuga precipitosa)VAI
05/04/1987 - Empoli - Napoli    0-0  (Gemellaggio "straripante") VAI
17/05/1987 - Como  - Empoli     0-1  (Ultima giornata di Serie A - L'apoteosi di una città) VAI
04/12/1988 - Empoli - Cosenza 1-1  (Striscioni rubati a vicenda) VAI
08/01/1989 - Empoli - Reggina 3-0 (Striscione cosentino regalato per tutte le sciarpe)  VAI
12/02/1989 - Messina - Empoli 2-0 (La prima trasferta organizzata in Sicilia) VAI
29/11/1992 - Empoli -  Vicenza 1-0 (Si spara sugli Ultras) VAI
20/12/1992 - Ravenna - Empoli       (Il tradimento di "capitan" Daniele Baldini) VAI
17/12/2000 - Torino - Empoli   1-0    (La Polizia ci ruba le bandiere) VAI
dicembre 200125 anni Rangers          (Cronaca della festa) VAI 


1976 - 2001
R
ANGERS: 25 ANNI DI TIFO AZZURRO
Dicembre 2001(Cronaca di una festa che ha coinvolto tutto il tifo empolese)

Era il lontano 14/11/1976, al Castellani si giocava Empoli-Olbia (serie C girone B, 2-0) e sugli spalti comparvero per la prima volta i Rangers. Sono passati ben 25 anni. 25 lunghissimi anni spesi ad incitare la squadra su ogni campo, con qualsiasi tempo, in qualsiasi categoria e contro qualsiasi avversario, tenendo sempre alta la bandiera dell’Empoli e soprattutto di Empoli: uno dei primi slogan coniati all’epoca fu quell’”orgogliosi di essere empolesi” che risuona ancora allo stadio e che è diventato di uso comune per tutta la città.
Siamo stati i primi, con molte difficoltà e fra molta diffidenza, a portare ad Empoli un tipo di tifo fino ad allora sconosciuto, caloroso, colorato e passionale, che stravolse il modo di vivere lo stadio che tutti conoscevano. Sulla nostra scia sono nati e morti molti altri gruppi, ma noi, i pionieri del tifo empolese, siamo resistiti al passare degli anni. 
Adesso intorno al nucleo storico dei fondatori, alcuni ancora attivissimi, gravitano molti giovani ragazzi (la terza generazione Rangers) che sotto la guida della loro esperienza ne portano avanti l’attività e il glorioso nome..
Ricco il calendario dei festeggiamenti svoltisi a fine anno. Venerdi 21/12/01 si è svolta una grande cena che ha visto insieme giovanissimi e vecchi per ricordare gli anni trascorsi. Sabato 22/12/01 una grandissima e riuscitissima festa al CSA Intifada che si è protratta ballando e bevendo fino a tarda notte e che ha visto partecipare circa 500 giovani che non sono voluti mancare a questo appuntamento; presenti anche gli ultras gemellati di Parma (15), Montevarchi (12) e Perugia (8), che hanno offerto targhe ricordo per l’avvenimento. Da ricordare anche la presenza dei ragazzi delle sezioni di Biella e di Firenze. Ringraziamenti agli amici dei Desperados e delle Brigate che hanno contribuito con la loro presenza a farla diventare una festa di tutto il tifo empolese. Si è rivisto anche chi da tempo si è allontanato sia dal gruppo che dallo stadio, ma che per una sera ha voluto essere ancora presente, come una volta, perché certi ricordi in fondo al cuore ci sono sempre e nessuno, mai, potrà cancellarli, nemmeno il tempo.
Purtroppo la coreografia allo stadio che avevamo preparato per la Domenica 23/12/01 nella partita contro l’Ancona è saltata per il maltempo (serate trascorse a fare preparativi buttate via per niente).
Sono passati 25 anni ma oggi, come allora, chi vuole vedere i Rangers, volga lo sguardo verso la maratona, dove batte forte il cuore azzurro, noi siamo sempre là, dal 1976, a guardia di una fede!!


1982/83 (Serie C1 - girone B)

28 Novembre 1982 - EMPOLI - SIENA  2-1 (Scontri vecchia maniera)
     I senesi arrivano con un pullman che lasciano davanti al palazzetto. Il settore ospiti è il parterre dove ora c'è la maratona (una mini tribuna di tubi di 20 metri per tre gradini e un piazzale enorme). Noi siamo posizionati in tribuna inferiore. Fra le due tifoserie c'è un pò di ruggine di qualche anno addietro per una trasferta a Siena. Ci sono i soliti sfottò. Ci gridiamo a vicenda che ci si vede dopo, e così è. Li aspettiamo nel piazzale davanti alle biglietterie, devono passare per andare al pullman. Naturalmente come era normale per quei tempi non erano scortati e non c'erano forze dell'ordine in giro. Non siamo neppure in tanti, una trentina. Arrivano, in molti indossano la mimetica militare. Appena ci sono vicino siamo decisi e entriamo nel mezzo e attraversiamo il loro mini corteo. I senesi dopo un attimo di stupore, forse non se lo aspettavano, reagiscono. Inizia una scazzottata e alcuni attimi di confusione: gente che si picchia, gente che corre al pullman. Molti cazzotti li diamo, qualcuno lo prendiamo, nel parapiglia riusciamo a conquistare anche un pò di vessili "nemici", qualche sciarpa e altro. Tempo un paio di minuti e sono già tutti sul pullman e non ne vogliono sapere di scendere. Noi siamo tutto intorno, non lo facciamo partire e cerchiamo di salire. Vola anche qualche sasso contro i vetri dei finestrini. Nel frattempo giungono un paio di carabinieri che iniziano a chiamare qualcuno di noi per nome, naturalmente ci allontaniamo e il pullman può ripartire per Siena.


1983/84 (Serie B)

13 Novembre 1983 - MONZA - EMPOLI  2-1 (Assedio a Fort Apache)
    Affrontiamo la trasferta con qualche timore perché Monza a quei tempi era una piazza temibile (la precedente trasferta di Padova poi ci aveva visto tornare con tutto il pullman sfasciato e con diversi assalti dei padovani respinti). Siamo una trentina con un pullman e ci mettiamo nell'unica curva del vecchio stadio monzese (la curva è già piena zipilla ma sono tutti monzesi).       Appendiamo lo striscione Rangers e facciamo il nostro tifo con torce e fumogeni. Con noi alcuni della Fossa Lariana freschi di gemellaggio. Verso il termine della partita alcuni di loro entrano sul campo e tentano di rubarci lo striscione appeso alla rete, subito tolto e salvato. Di lì a poco facciamo un coro per il Como, che sono loro acerrimi nemici. Allora un gruppo di monzesi (loro erano in gradinata a tifare) entra nella nostra curva e ci sono alcune scaramucce ma riusciamo a tenerli lontani. Ricordiamo che non c'erano forze dell'ordine. Loro si stanno organizzando e le loro file aumentano sempre di più. Decidiamo quindi di tornare al pullman, ma dove lo avevamo lasciato però non lo troviamo più e restiamo appiedati. Intanto vediamo che i monzesi, ad un centinaio di metri da noi, erano già abbastanza numerosi. Decidiamo di trovare un posto più difendibile e poco lontano notiamo una chiesa in fase di rifacimento. Davanti aveva una scalinata che culminava con un piazzalino. Quello poteva essere il nostro Fort Apache. Mettiamo le ragazze al centro del piazzalino con gli striscioni e le bandiere. Intorno continuano a ronzarci gruppi di monzesi a piedi e in moto che sembrano aspettassero il momento buono per attaccare, ogni tanto lanciano sassi e bilie con le fionde, e allora noi ci armiamo di travi e legni vari presi nel cantiere e ci disponiamo in cerchio in cima alla scalinata pronti alla difesa estrema degli striscioni e di noi stessi. Sembrava il quadrato dei soldati del generale Custer contro gli indiani. Peccato non avere nessuna foto di quella storica situazione, le uniche immagini sono impresse nella mente di chi era presente. Forse vedendoci così armati e decisi incutiamo un pò di paura, il fatto è che nessuno si fa avanti per attaccare, ci gironzolano intorno soltanto. Aspettiamo in quella situazione per più di un'ora poi arriva il pullman che era andato via perché gli avevano tirato dei sassi. Saliamo e ci allontaniamo in tutta fretta. Qualche giorno dopo scopriamo che i monzesi si erano lanciati alla ricerca dei comaschi che erano con noi e che li avevano trovati ingaggiando uno scontro. Qualcuno di loro fu ricoverato anche all'ospedale.


29 Aprile 1984 - EMPOLI - PISTOIESE 1-0 (Cecconi) (Assalto alla Curva e carica ai "gialli")
La partita di ritorno del derby con la Pistoiese si gioca ad Empoli. I pistoiesi arrivano in buon numero con una decina di pullman e una carovana di auto (che vengono lasciate nella zona di Barzino). Quando la colonna passa vicino alla Casa del Popolo di Sovigliana viene fatta oggetto di lanci di sassi e la stessa cosa accade quando passano di fronte al PG93 e al ponte sull'Arno. Probabilmente alcuni vetri vengono rotti e ai pistoiesi sale la rabbia in corpo. Noi occupiamo la laterale Nord ed in quel momento saremo si e no una ventina in curva a preparare la coreografia. I pullman si fermano nel piazzale e molti ultras arancioni (circa 200) invece di fermarsi alle biglietterie corrono incazzati ed arrabbiati per i sassi verso il nostro settore. Nulla può fermare quella carica inferocita e fortunatamente qualcuno ci avverte e riusciamo a chiudere il cancello con il chiavistello. Si accalcano sugli scalini dell'ingresso premendo per entrare mentre altri ci tirano sassi dal di sotto. Armati di aste e bacchette ci mettiamo tutti a difendere il cancello e riusciamo a tenere a bada l'assalto degli "invasori" che tentano invano di scavalcare l'inferiata o di aprire con le mani il chiavistello (e noi giù bacchettate sulle mani e astate a chi tenta di scavalcare). Fossero riusciti ad aprire ed entrare sarebbe stato un disastro. Sembrava un assalto al castello in vero stile medioevale. Il tutto dura 5 minuti, poi arriva la polizia che prende in mano la situazione e li porta nel loro settore (la maratona). L'abbiamo scampata veramente bella. A fine partita quelli dei pullman se ne vanno senza incidenti mentre la polizia aveva segregato noi empolesi fuori, sotto la laterale Nord, per impedirci di andare a cercarli. Il gruppo di quelli in auto (una cinquantina con gli impermeabilini gialli) passa per andare alle auto dal campino di calcio di fronte e vedendoci inoffensivi e guardati a vista si permettono di sbeffeggiarci a distanza e tirano fuori anche un bandierone copritesta blu (10x5 circa) con una ics arancione e lo aprono. Non possiamo resistere a tale presa di culo e all'unisono partiamo a corsa riuscendo a sgusciare in molti fra le maglie della Polizia e ci gettiamo a corsa verso di loro; molti vedendo la mala parata fuggono a gambe levate, restano in pochi coraggiosi mentre c'è un fuggi fuggi di impermeabili "gialli". C'è lo scontro e molti di loro, in inferiorità, ne toccano come ciuchi. Trofeo di guerra il bandierone che viene sbrindellato in mille pezzi. Molti empolesi però dopo vengono fermati dalla Polizia e picchiati nei cellulari.

Empoli-Pistoiese 1983/84 - Serie B - FOTO Mori G.


1985/86 (Serie B)

13 Febbraio 1985 (Coppa Italia) Empoli-Inter 0-1  (Il vigliacco furto dello striscione simbolo da parte dei pistoiesi)
Adesivo Striscione Rangers
E' una grande partita. A fine partita viene riposto tutto e lo striscione principale Rangers viene messo come al solito nei bagni sotto la laterale. Il sabato successivo molti di noi andarono a vedere una partita di serie C, Rondinella FI-Pistoiese, con i gemellati fiorentini della Rondinella. Siamo una ventina e a fine partita ci sono scontri duri fra empolesi e pistoiesi. Durante gli incidenti si alza un coro strano da parte dei pistoiesi del tipo "ma lo striscione dov'è?". Nessuno ci fa caso ma nel tragitto di ritorno a casa a qualcuno viene qualche dubbio e si reca allo stadio.........lo striscione simbolo della tifoseria empolese non c'era più. NELLA NOTTE CI AVEVANO RUBATO VIGLIACCAMENTE LO STRISCIONE. Nello sgabuzzino, forzato, c'erano tutti gli altri ma quello no. La voce fa il giro della città e getta nello sconforto tutti. La domenica successiva (anche se l'Empoli giocava in casa) si medita la ritorsione con raid a Pistoia dove giocava la Spal. Ci si ritrova alla Coop e siamo in tanti. Il dubbio è se andare prima di nascosto e mandare qualcuno in avanscoperta a vedere se avevano lo striscione allo stadio oppure andare solo per fare casino. Dopo una discussione prevale la seconda che aveva nulle però le possibilità di riappropiarci dello striscione. Molti allora restano a casa. Una trentina vanno a Pistoia e senza indugi appena vengono aperti i cancelli a venti minuti dalla fine della partita, fanno irruzione in maratona dove erano gli ultras arancioni. Nasce una lunga e violenta rissa che si sposta per le strade cittadine dove i nostri, vengono circondati anche dalla polizia nel frattempo giunta in forze. Vengono portati tutti in caserma.
    21 Marzo 1986 - (Lo striscione torna finalmente a casa)
    I pistoiesi andavano fieri dello striscione vergognosamente rubato senza onore e anzi andavano vantandosi in giro per l'Italia che ce lo avevano preso dopo uno scontro dove noi avevamo avuto la peggio. Questo ci dava alquanto fastidio. Dopo un anno, quando ormai avevamo fatto la bocca alla perdita dello striscione arriva il colpo di fortuna. Tramite corrispondenza fra tifosi (che a quei tempi era molto in voga) ci pervenne una foto dei pistoiesi in trasferta ai Modena, erano una ventina in curva e teneva in mano bello disteso lo striscione Rangers e si erano fatti immortalare con una foto ricordo. Qualcuno di quelli stupidamente in posa nella foto lo conoscevamo benissimo e sapevamo anche come rintracciarlo. Facemmo un giro di telefonate e parlammo direttamente con loro facendogli capire che non ci andava giù il fatto che andassero in giro a raccontare barzellette, se fosse stato preso con onore potevamo anche lasciare perdere ma così non andava bene. Si impaurirono e dopo averne parlato con gli altri del loro gruppo e decisero di restituircelo. Partimmo in 4 e andammo tranquillamente ......nella tana del lupo. Nella loro sede, una casa del popolo, erano in tanti e a qualcuno gli girava veramente i coglioni di noi empolesi che eravamo lì, in quattro soltanto e che non potevano farci niente perché avevano promesso tregua per quella sera (e meno male che fu rispettata,). Con tranquillità facemmo anche una partita a calcino mentre aspettavamo chi doveva riportare lo striscione. E molti intanto ci guardavano e masticavano amaro. Dopo un'oretta passata a parlare degli ultimi scontri fra di noi (era anche una cosa buffa .....io ti tirai una bastonata.....si, ma poi io un cazzotto...) arrivò il custode dello striscione. Ci mise lo striscione in macchina e lo salutò tristemente dicendoci che era veramente bello e che un pò gli dispiaceva privarsene(?!?). Vedemmo che qualcuno di loro si stava innervosendo, non resistevano più e l'ambiente andava riscaldandosi, la tregua stava per essere rotta, capimmo che era il momento di andarcene, salutammo e partimmo subito........qualcuno ci rincorse, ma troppo tardi!! Lo striscione simbolo del gruppo (fatto manualmente da noi nel 1984) era nuovamente in nostre mani e da allora fino ad oggi è sempre stato presente a tutte le partite casalinghe dell'Empoli.......senz'altro uno degli striscioni più vecchi e mitici di tutto il panorama ultrà italiano. 


Fine Agosto 1986 -   (Visita notturna dei bolognesi a Empoli e fuga precipitosa)
Alla fine del campionato di Serie B 1985/86 l’Empoli si piazzò al pari con la Triestina al 4° posto in classifica con 45 punti alle spalle del Vicenza che era al 3° mentre il Bologna arrivò 6° con 41 punti. Allora venivano promosse in A le prime tre. Noi non ce l’avevamo fatta.
Inaspettatamente però terminato il campionato scoppio lo scandalo del totonero con le prove telefoniche di alcune partite truccate per alterarne il risultato. Anche l’Empoli era coinvolto (per una telefonata intercettata fra il presidente dell’Empoli Pinzani e quello della Triestina, che ne aveva altre di partite inquisite, nella quale però quello dell'Empoli rifiutava l'accordo del pareggio: secondo il regolamento doveva denunciare il fatto immediatamente, questa era la colpa del presidente dell'Empoli). Il Bologna quindi sperava nella promozione. La sentenza del processo sportivo però ci vide assolti con formula piena (in appello l’anno dopo invece la CAF ci condannò dandoci  –5 punti in classifica che furono fatali per la nostra retrocessione). Il Vicenza che aveva conseguito la promozione sul campo essendo arrivato 3° venne retrocesso, la Triestina venne penalizzata di 1 punto in classifica per quel campionato e -6 per l’anno dopo: l’Empoli quindi scalò al 3° posto e fu serie A. 
Mentre ad Empoli la gioia fu immensa e nell’afa estiva la città esultava a Bologna montava l’ira per il torto subito. Ricordiamo che il giornale Stadio aveva parole di fuoco contro di noi e a Empoli era diventato un giornale nemico e tutti cercavano di boicottarlo non comprandolo più. Mentre noi organizzavamo una spedizione per andare a mettere una bandiera azzurra  in mano alla statua del Nettuno in Piazza Grande a Bologna per sbeffeggiarli, loro organizzarono una visita ad Empoli. Mentre la nostra “bravata” notturna passò inosservata della loro si ebbero grossi echi. Ciò avvenne verso le 4 la notte. Come andarono esattamente i fatti ci fu raccontato qualche anno dopo da uno dei bolognesi che era presente. Arrivati ad Empoli si divisero in due gruppi. Mentre un gruppo si recò allo stadio con centinaia di volantini che furono attaccati con la colla a tutti i muri dello stadio (il tenore dei volantini era quello che noi dovevamo essere puniti e non meritavamo di essere promossi e a loro sarebbe spettata la promozione in serie A) l’altro gruppo si diresse alla sede dell’Empoli FC che era in Via Tripoli (a 20 metri dalla Caserma dei Carabinieri che non si accorsero di nulla). Sfondarono il portone e riempirono le scale e le stanze della sede di scritte con bomboletta spray e dei soliti volantini attaccati. La visita notturna in sede durò solo pochi minuti perché quello che fu lasciato fuori a fare il palo dette l’allarme e tutti scapparono precipitosamente. Cosa era successo. Una cosa abbastanza comica. Il palo aveva notato che all’angolo di Via Tripoli (quello che va alle Pubbliche Assistenze) si stava radunando un gruppo di persone che andavano ad infoltirsi sempre più con un via vai di automobili. Tutte queste persone avevano in mano dei grossi bastoni. “Vai, ora son nostre”, furono all'incirca le testuali parole dette. Pensando di essere stati scoperti ed essendo in numero esiguo per affrontare tutti questi empolesi che si stavano radunando e che sembravano “
armati di bastoni e mazze da baseball” se la dettero a gambe andando di corsa ad avvertire gli altri che erano andati allo stadio e tornandosene alla svelta verso Bologna (passando da Pontorme rubarono un bandierone di 5x10 “Empoli Serie A” che era stato attaccato alla facciata della casa a destra sulla discesa che dal ponte sull'Orme entra in Pontorme). Il buffo di tutta questa storiella è che quelli “armati di bastoni e mazze da baseball” altri non erano che cacciatori con i fucili da caccia in mano che si erano dati appuntamento lì e che si stavano radunando per andare all’apertura della caccia (e che non pensavano minimamente a loro).


1986/87 (Serie A)

5 Aprile 1987    EMPOLI - NAPOLI   0-0  (Gemellaggio "straripante")
1986/87 Empoli-Napoli (gemellaggio) - FOTO Mori G.
   Come non ricordare quella prima volta in serie A contro il Napoli di Maradona lanciato verso lo scudetto. Una lotta per l'accaparramento dei biglietti. Per quindici giorni Empoli fu assediata dai bagarini che facevano incetta di qualsiasi biglietto. Appena messi in vendita i Bar già li finivano in quanto li vendevano a blocchetti interi a prezzo maggiorato ai napoletani e allora noi protestammo e riuscimmo a farci dare i biglietti rimanenti per poterli dare solo agli empolesi con una distribuzione segreta e capillare per eludere i bagarini. Ma ormai era tardi, molti biglietti di Curva Sud erano andati già agli ospiti e molti dei nostri restarono senza. Nello stadio c'erano forse più di 20000 spettatori (molti si arrampicavano anche sui riflettori) di cui circa 14-15000 napoletani. In Sud eravamo mischiati agli ospiti che prendevano tutto il settore dietro porta e metà del nostro. Ma fu una festa vera e propria. Già dalle 7 del mattino la città fu invasa da un'orda festante e coloratissima. Per le vie di Empoli ballavano maschere di Pulcinella e si sentivano ovunque le canzoni napoletane suonate da improvvisate orchestrine. I cancelli aprirono verso le ore 9 e lo stadio si riempì subito. Il Commando Ultrà per voce di Palummella ci aveva proposto il gemellaggio che noi accettammo e prima della partita facemmo diversi giri di campo insieme. I napoletani avrebbero potuto fare quello che volevano, erano in schiacciante maggioranza e nulla e nessuno avrebbe potuto opporsi, eppure ci offrirono la loro amicizia senza pensare che noi eravamo una piccola e insignificante tifoseria in confronto a loro e questa amicizia fu rispettata da tutti tanto che in tutto il giorno non si registrò alcun episodio negativo, neppure isolato. Forse perché i capi della tifoseria avevano deciso in quell'anno di dare un'immagine della loro città diversa, di non violenza e più simpatica, così da dimostrare all'Italia intera di meritarsi lo scudetto. Anche se è passato molto tempo e da qualche anno non esiste più un gemellaggio fra le due tifoserie pensiamo che chi ha vissuto direttamente l'evento porti dentro di sè un bellissimo ricordo di quei momenti.


17 Maggio 1987 - Ultima giornata di Serie A - COMO-Empoli   0-1  Osio - (L'apoteosi di una città)
Sicuramente la più bella ed entusiasmante giornata che un tifoso empolese potesse vivere. Ultima giornata di serie A 1986/87 siamo quasi spacciati dopo aver perduto inaspettatamente in casa la precedente partita con l’Avellino, solo un miracolo può salvarci nel nostro primo campionato di A. Tre squadre per due retrocessioni: noi dobbiamo vincere a Como mentre Atalanta e Brescia devono perdere a Firenze e Juve. Nell’ambiente c’è scoramente e delusione per la quasi matematica retrocessione; prima della partita con l’Avellino erano stati già prenotati oltre 20 pullman, molti nei vari Bar cittadini. Adesso molti si ritirano e non organizzano più la trasferta. Comunque lo sforzo di noi veri tifosi è enorme e organizziamo 15 pullman (noi Rangers ne organizziamo 7) prendendoli addirittura a Perugia e Carrara perché da noi non si trovano. L’accoglienza dei lariani (con i quali avevamo un gemellaggio sancito nel 1983) è calorosissima: allo stadio organizzano una gigantesca spaghettata e vino in nostro onore. Poi il nostro pullman n. 1 viene portato presso la sede della Fossa Lariana (Bar Gigi) e li si consuma un luculliano pasto. Altri pullman sono portati nelle varie sedi dei club e subiscono lo stesso trattamento. Una festa in piena regola, peccato che si debba, forse, retrocedere…..forse. Nella foga della partenza dei pullman qualcuno ha dimenticato di prendere le torce e i fumogeni, niente paura però, gli amici lariani ce ne forniscono trenta (che restituiremo l’anno dopo ad Empoli). Si mette a piovere, anzi a diluviare, in curva siamo in un migliaio (peccato, se fosse andata bene la gara in casa, potevamo essere almeno il doppio). Oggi c’è anche lo sciopero dei giornalisti e non si può neppure ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio, per i risultati delle altre, qualcuno ogni tanto riesce a sintonizzarsi su qualche radio privata che dà i risultati. La partita si trascina fino all’intervallo sul pareggio e i risultati dagli altri campi non sono confortanti, tutti in pareggio. All’inizio del secondo tempo parte dei tifosi comaschi viene nella nostra curva a fare il tifo con noi mentre anche quelli restati dall’altra parte incitano a tratti l’Empoli. Al 66’ Osio su “passaggio” del comasco Notaristefano segna e la curva esplode. Da quel momento la partita si trasferisce verso quei pochi che avevano la radiolina, in una sequenza impressionante di esultanze per gli annunci, burloni, di gol fasulli, il Brescia sembra ad un tratto perdere già per 5-0 e invece sta sempre 0-0. A 10’ dalla fine la Juve segna veramente e un passo è fatto. Dopo poco si vede volare una radiolina e il proprietario lancia un urlo…..e tutti capiamo: l’Atalanta sta perdendo. Lo stadio intero vede la nostra gioia e capendo inizia ad applaudire e qualcuno addirittura fischia ai giocatori del Como quando provano ad andare in avanti. Una gioia indescrivibile invade tutto e tutti e su tutto il recinto di gioco c’è gente appollaiata sulla rete per festeggiare con l’invasione. Il fischio finale ci trova tutti in campo abbracciati, empolesi e comaschi. Una emozione indescrivibile, mentre la pioggia che continua a cadere copiosa maschera le lacrime di molti. Ma non è finita, al ritorno quando ormai l’adrenalina si è quasi sopita una grandissima sorpresa: al casello autostradale di Firenze Signa: una marea di persone festanti che ci aspetta con bandiere azzurre e canti. Non c’è ancora la Superstrada e occorre fare la statale, e questa è un serpentone continuo di auto che va e viene da Empoli all’autostrada suonando. In tutti i paesi che attraversiamo (Signa, Porto di Mezzo, Montelupo….) c’è gente lungo la strada che ci festeggia sventolando improvvisate bandiere azzurre, molti agitano i sacchetti di plastica della spesa, una gioia che ha contagiato tutti (veniamo a sapere che a Firenze quando il tabellone segnalò il gol di Osio lo stadio aveva fatto un boato e al gol viola che condannava l’Atalanta alla B lo stadio intero aveva gridato “Empoli, Empoli”). Le sorprese non sono finite, giunti al Bianconi notiamo lo stadio illuminato a giorno e ci dirigiamo là. E’ la prima volta che accade, è aperto dalle 20 per aspettare gli eroi che tornano da Como. E’ gremito in ogni ordine di posti e la nostra Curva Sud canta come durante le partite. Man mano che i pullman giungono allo stadio chi scende, bagnato e fradicio, fa un giro di pista con lo striscione aperto, fra le ovazioni del pubblico. La squadra non sa niente e quando finalmente arriva col pullman sono le 2,30 di notte; i pochi giocatori presenti sono esterrefatti di fronte a tanta gente e ad uno stadio ancora gremito di circa 10.000 persone malgrado l’ora. Ricordiamo fra tutti Ekstroem e il compianto amico di noi tutti, Franco Marmugi, che rimangono a bocca aperta con le lacrime agli occhi, poi prendono sciarpe e bandierine e si mettono a festeggiare fra la loro gente. Questo il ricordo memorabile di quella splendida giornata che, chi l’ha vissuta, porterà per sempre indelebile nella sua memoria e che tutti custodiremo gelosamente fra i ricordi più belli ed emozionanti della nostra vita di tifosi, e nulla e nessuno potrà scalfire l’emozione e la gioia provata quel lontano giorno del 17 di maggio del 1987. Grazie anche ai comaschi.


1988/89 (Serie B)

4 Dicembre 1988 -    EMPOLI - COSENZA 1-1  (Striscioni rubati a vicenda)
   Un confronto fra due tifoserie che non hanno niente l'una contro l'altra. Ognuno fa il proprio tifo. La curva Sud è abbastanza gremita dato che siamo reduci da due anni di serie A mentre i cosentini sono abbastanza numerosi nella nord. La maggior parte giunge dall'Italia centrale con studenti e emigrati (campeggia lo striscione Università Pisa).
    Verso la fine iniziano gli sfottò. Fuori ci sono momenti di tensione con lanci di sassi, ma niente di particolare.
    Alcuni di loro sono in treno e vengono scortati. Molti sono con le auto. Sulla statale c'è un battibecco fra un gruppo che ha l'auto al palazzo dell'Esposizione e alcuni ultras empolesi. Numericamente in eguale misura (3-4) si affrontano con qualche pugno che vola. Ad uno dei cosentini viene tolto di mano uno zaino che si apre e lascia srotolare un grosso striscione. Uno degli empolesi alla vista dello striscione lo afferra e fermato un ragazzino col motorino si dilegua con lo striscione svolto che cade da tutte le parti. Un cosentino fugge in centro ma viene trovato e viene tenuto "in ostaggio" e portato a spasso per il Giro per un paio di ore prima di lasciarlo andare. Il bottino di guerra era lungo circa 20m (Brigate Rossoblu) ed era uno degli striscioni più vecchi e simbolo per i cosentini.
    Il giorno dopo riceviamo una telefonata da Cosenza che più o meno intimidatoria chiede un cambio fra i nostri e il loro striscione. Nella notte i cosentini erano penetrati nello stadio e avevano portato via tre striscioni che venivano sempre lasciati attaccati (non Rangers che dopo il fatto dei pistoiesi veniva sempre portato via) ma Desperados, Hooligans e Mods. Le trattative andarono avanti per settimane, si arrivò quasi a fissare un duello rusticano fra cinque rappresentanti scelti fra i due gruppi, a Firenze, mentre loro andavano in trasferta al nord. Ma la domenica in casa i cosentini attaccarono gli striscioni empolesi rubati e così, visto ormai che li avevano messi fuori e fatti perciò vedere a tutti lo scambio saltò e nessuno volle più contrattare con loro.

8 Gennaio 1989 - Empoli-REGGINA  3-0 (Striscione cosentino regalato per tutte le sciarpe)
Fu così che la domenica dopo giocavano a Empoli i loro acerrimi nemici della Reggina. Con gli amaranto non c’era mai stato alcun tipo di rapporto ma pur di fare dispetto ai cosentini fu deciso, e forse fu un errore (ma così vollero fare coloro che lo avevano preso e ai quali pertanto spettava tale decisione) di dare lo striscione a loro in cambio di tutte le sciarpe che portavano al collo. Prima lo striscione venne appeso nella nostra Curva Sud empolese, poi nel secondo tempo fu portato in Curva Nord e dato alla ventina di reggini presenti. Erano contentissimi e ci avrebbero dato chissà che cosa in cambio di quel regalo. Uscirono dal Castellani battuti 3-0, senza più le loro sciarpe al collo ma con un fagotto ben più prezioso ed inaspettato. Qualche mese dopo però circolavano voci che lo striscione rossoblu era tornato a Cosenza, barattato con gli striscioni amaranto che i cosentini erano andati a rubare nel magazzino ai reggini, per poter poi fare scambio con il loro. Degli striscioni empolesi non si è saputo più niente, Desperados sembra che sia stato usato per fare sul retro uno striscione del Cosenza

1988/89 EMPOLI-Reggina (Con lo striscione preso ai cosentini) - FOTO Mori G.


12 Febbraio 1989 - MESSINA-Empoli   2-0 (La prima trasferta organizzata in Sicilia)
La prima trasferta organizzata in Sicilia. Partiamo in 32 da Empoli il sabato col treno (torneremo il lunedì) per una partita che potrebbe lanciarci verso il ritorno in A (invece saremo sconfitti e sarà l’inizio dell’inesorabile discesa in C1). C’è molta allegria nel gruppo e il viaggio di andata passa serenamente. Arriviamo a Messina e al mattino ci facciamo indisturbati un giro per il centro storico della città. Per andare poi allo stadio ci mettiamo d’accordo con dei taxi che ci portano sotto il settore ospite e che torneranno a prenderci dopo. Abbiamo un settore a noi riservato mentre lo stadio pian piano si gremisce e prima della partita è pieno zipillo in tutti i settori (tranne il nostro mezzo vuoto) quelli della curva Nord accanto a noi sono pigiati come sardine e iniziano ad agitarsi chiedendo alla polizia di farli entrare nel nostro settore dato che eravamo pochissimi: qualcuno tenta di scavalcare anche la rete. Niente da fare, il settore resta a noi. Prima della partita i capi della Gioventù vengono a salutarci dal campo complimentandosi con noi per la trasferta affrontata: sembra che a quei tempi non fossero molte le tifoserie che andavano in trasferta a Messina. La partita si mette male per noi e una doppietta di Schillaci ci stende. Lo stadio era una bolgia e i cori impressionanti rimbombavano sommergendo ogni nostro timido accenno di tifo. Finita la partita dobbiamo correre al treno e troviamo ad attenderci i taxi (ne mancavano un paio però), usciamo di corsa fra la folla che defluisce dallo stadio e fra saluti, offese, strette di mano e prese di culo (era un continuo “due, due ve ne abbiamo fatti”) saliamo in taxi facendoci largo fra la gente che si accalca picchiando sui vetri delle auto. Arrivati alla stazione piccola questione con i tassisti che volevano di più soldi perché avevano portato più persone (chi 5 chi 6 e uno che “miiinchia, e io…. sceette ne montai!!”). Ripartiamo per il lungo e faticoso ritorno, sconfitti, ma consapevoli di aver fatto una gran bella trasferta portando per la prima volta i nostri striscioni e i colori dell’Empoli nella bella terra di Sicilia.
Il gruppo sul traghetto Reggio Calabria/Messina - FOTO Mori G. 1988/89 Empolesi a Messina - Serie B - FOTO Mori G.


1992/93 (Serie C1 - girone A)

29 Novembre 1992 - Empoli - VICENZA 1-0 (Si spara sugli Ultras)
    Questo è lo striscione che viene esposto ogni anno nella curva a Vicenza per ricordare il fatto. Serie C 92/93 partita importante che viene vinta dall'Empoli 1-0. I vicentini sono arrivati numerosi con 40 pullman e usciti sconfitti dal Castellani, senza che ci siano stati problemi con gli empolesi, si stavano apprestando a risalire sui pullman. Alcuni di loro nell'attesa del loro turno ingannavano il tempo sfottendo alcuni empolesi che li osservavano (normale routine).
    Gli uomini della Celere credendo che potessero sorgere dei problemi (non era però presente nessun Ultras empolese) incominciarono a caricare e manganellare con forza per accellerare le operazioni di sgombero del piazzale. I vicentini hanno risposto con controcariche e sassaiole. Le forze dell'ordine sono fuggite (erano in tanti i vicentini). Un gruppo di cinque poliziotti del Commissariato di Empoli è rimasto isolato ed stato circondato da un folto gruppo di vicentini che bastoni alla mano stavano per aggredirli. Presi dalla paura i poliziotti hanno estratto le pistole di ordinanza sparando (loro dicono in aria mentre i vicentini ad altezza d'uomo) dodici colpi di pistola che hanno colpito alle spalle due ultras vicentini che sono poi riusciti a risalire sui pullman ma per strada hanno dovuto fermarsi e chiamare le ambulanze per l'aggravarsi dei feriti.
    Il fatto non ha avuto molto risalto sui mass media italiani ma la querelle giudiziaria si è trascinata negli anni avanti al Pretore di Empoli per stabilire le responsabilità del fatto. Udienze con un centinaio di vicentini al seguito per testimoniare alla Pretura di Empoli. La sentenza che ha assolto le forze di Polizia. Inutile dire che i vicentini sono rimasti estremamente insoddisfatti di ciò!!


20 Dicembre 1992 -  RAVENNA - Empoli (Il tradimento di "capitan" Baldini)
    E' la prima volta che incontriamo il Ravenna e siamo in testa al campionato. Per la trasferta in Romagna vengono organizzati una decina di pullman e siamo un discreto numero al seguito degli azzurri. Appena scendiamo dal pullman troviamo ad accoglierci una delegazione di ultras ravennati che hanno intenzioni tutt'altro che bellicose. Non abbiamo quasi neppure iniziato a parlarci che sbucano nel vicino campetto di riscaldamento i giocatori del Ravenna e dal grosso dei tifosi azzurri partono subito le offese dirette al Ravenna e a Baldini (si proprio lui, il nostro Daniele) accusato di averci abbandonato per andare a prendere più soldi a Ravenna insieme a Guidolin. Si scatena la bolgia e salutiamo il gruppetto dei volenterosi ultras ravennati che se ne tornano nella loro zona. Dopo 5 minuti anche i ravennati dalla curva opposta iniziano ad insultarci (gli ambasciatori erano tornati e avevano riferito). La partita ci vede soccombere per 2-1 e lasciamo la testa della classifica proprio al Ravenna.
    Lo stadio giallorosso esulta e i loro giocatori fanno di giro di campo inaugurando la ormai classica scivolata di gruppo. Quando sono sotto il nostro settore fanno il classico "chi non salta è un empolese" Alla loro testa come sempre c'è capitan Baldini che dirige il coro. La cosa ci andò veramente di traverso e ancora oggi non l'abbiamo (almeno alcuni di noi) digerita.
    All'uscita alcuni piccoli incidenti con le forze dell'ordine ma nessun contatto con la tifoseria romagnola.
    Nel ritorno di Empoli il Ravenna non aveva neppure un tifoso al seguito e la cosa fu alquanto scandalosa.
    Però vinse il campionato e andò in serie B con il Vicenza. Noi ci dovemmo accontentare del terzo posto in classifica e restammo in serie C1.


2000/01 (Serie B)

17 Dicembre 2000 - TORINO-EMPOLI 1-0 (La Polizia ci ruba le bandiere)

Tre pullman (Desperados, Brigate e Unione) e un pullmino da 16 (Rangers), oltre alcune auto. Al Delle Alpi oltre 200 empolesi.
L'autista del nostro pullmino vola e in meno di 4 ore siamo a Torino. Ci rientra anche una visita a Superga sul luogo dove si schiantò l'aereo del grande Torino. Poi attraversiamo tutta la città per andare allo stadio. Il viaggio è allietato dagli acuti di "Pitagora" che si è unito a noi per questa trasferta. Le note di Granada, Figaro e di Vincerò rompono quasi i vetri. L'autista inoltre mette sul suo cruscotto bene in vista una maglietta con la scritta "Bevo solo quando guido!". Tutto ciò suscita l'ilarità dei passanti quando siamo fermi ai numerosissimi semafori rossi (incredibile quanti ce ne sono) Insomma si sembra un pullmino di matti (e molti sicuramente lo hanno pensato). Arrivati allo stadio non riusciamo a trovare l'ingresso del nostro settore. Dopo aver domandato ai vigili (con la maglietta sempre in vista) padelliamo sempre l'entrata giusta e passiamo loro davanti per ben tre volte: ci guardano stupiti.  Il ritorno poi, non sappiamo se lo abbiamo fatto in pullman o in aereo, battuti tutti i record di "volo" fatti registrare all'andata.
Allo stadio gli ultras del Toro proseguono la loro contestazione e sono senza gli striscioni, anche se notiamo che negli altri settori dello stadio ci sono appesi i moltissimi striscioni dei Club. Deve esserci stato qualche summit perché a 5 minuti dall'inizio della partita vengono tolti anche quelli. Lo stadio sembra più grigio del solito e a portare un pò di colore pensiamo noi con torce e fumogeni e bandiere al vento. L'entusiasmo come al solito negli empolesi è grande anche perché la squadra ha un buon inizio e tiene bene il campo. Gli ultras granata si contraddistinguono da un eccelso tifo vocale. Quando canta la curva Maratona è uno spettacolo, francamente era tanto che non sentivamo una tifoseria di casa darci dentro in questo modo. I granata sfornano continuamente per tutta la partita striscioni contestatori volanti, fatti sul momento, che lasciano appesi per qualche minuto e poi buttano di sotto. Poi ci si mette il solito Scwoch che ci segna l'ennesimo gol (sono anni che ogni partita una rete ce la fa sempre). Noi però non ci stiamo e cerchiamo di spingere la squadra al pareggio con un tifo costante per tutta la partita. Purtroppo il pari non viene. La differenza fra noi è loro è che noi non abbiamo una punta degna di quel nome. E' una lacuna che è agli occhi di tutti. La difficoltà di trovare la porta. Comunque una sconfitta contro questo Torino lanciato nuovamente verso la promozione ci può stare. Presenti anche quelli della sezione Milano e Biella, oltre come al solito quelli di Firenze che ormai non mancano mai.
All'uscita siamo alle solite, ci sono sempre i soliti problemi: scopriamo che a quelli del Cattivik all'ingresso avevano tolto due bandierine col Che e il loro stendardo. Non lo sapevamo ma adesso non partiamo se non ce li ridanno. Però non si trovano più e la Polizia si giustifica dicendo che non si potevano portare nello stadio. Ci arrabbiamo facendoci le nostre ragioni (gli diciamo che lo sbaglio è stato fatto a sequestrarli perché la legge non li vieta e possono essere tranquillamente portati nello stadio, viceversa sono proibite svastiche e celtiche, qualsiasi simbolo fascista o nazista, striscioni xenofobi che incitano alla discriminazione razziale, ecc. ecc.). Insomma passa una mezzora dove nessuno sa niente di queste bandiere. Qualcuno di loro arriva a dire che è sicuro di averli visti portare via da qualcuno di quelli in macchina. Noi, sempre più incazzati, minacciamo di farci sentire nelle sedi competenti. Appena chiediamo i nomi dei responsabili della pattuglia di polizia incriminata per scrivere una lettera di protesta al Prefetto, parlottano fra di loro e come per incanto, un miracolo sotto i nostri occhi (d'altronde siamo sotto Natale o no?), spunta fra le mani di un poliziotto lo stendardo: "per caso è questo? era qui in terra". Che figura che hanno fatto, si beccano un bell'applauso di scherno. Ma adesso mancano le bandiere e forse se insistiamo ancora.........., comunque erano semplici bandierine da bancarella che si ritrovano dappertutto e viene deciso di soprassedere e di lasciargliele per ricordo. Risaliamo sui pullman e partiamo con circa un'ora di ritardo, ma contenti di aver fatto valere i nostri diritti contro chi, per primo, dimostra di non conoscere la legge che deve applicare (oppure fa finta di non conoscerla).



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